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ALDA MERINI E LA CARNE DEGLI ANGELI
La poesia di Alda Merini è oggetto da anni di approfonditi studi. Quasi tutti i migliori critici hanno, infatti, analizzato a fondo ogni suo verso, cercando di spiegare ai numerosi lettori-estimatori tutte le possibili interpretazioni, anche le più recondite, a partire da quelle legate alla realtà manicomiale.
Poco approfondito è stato, invece, fino ad oggi, il suo “labirinto mistico”, argomento che ora ha affrontato il prof. Mario Donato Cosco, componente del Consiglio direttivo dell’Accademia dei Bronzi, nel saggio “Alda Merini, la carne degli angeli”, inserito dalle Edizioni Ursini nell’antologia “Alda nel cuore”: testo di ottima fattura che raccoglie le più belle poesie partecipanti alla IV edizione del premio dedicato alla poetessa dei Navigli.
“La carne degli angeli” - scrive Cosco - è un’opera di particolare profondità mistica. Alda tradisce una forza visionaria di insolita suggestione e di singolare intensità, attraverso la quale fa filtrare il suo essere creatura fragile e debole bisognosa di comprendere il vero senso della vita e della fede. Si tratta di un racconto estatico che testimonia la forte e significativa esperienza di fede della poetessa. Ancora una volta Merini prende spunto dalla sua esperienza personale e, soprattutto, spirituale per testimoniare la forza e la verità che è Dio”.
“In quest’opera - prosegue il prof. Cosco - la poetessa decide di trattare un topos da sempre dibattuto: gli angeli, figure sacre, forse un po’ ambigue, che hanno, da secoli, dominato l’immaginario collettivo. Già dal titolo, si evince la volontà di volerne trattare l’aspetto materiale oltre a quello propriamente spirituale. La poetessa parla di labbra, di carne, di baci e carezze, quasi l’angelo esercitasse una sorte di spasmodica attrazione fisica nei suoi confronti. Sembra quasi volerci donare la “sua” interpretazione della lotta eterna fra il Bene e il Male, la Luce e le Tenebre che perennemente riempie i giorni degli uomini”.
L’angelo, è il messaggero di Dio che riconduce la poetessa sul sentiero della fede, “rimettendola al mondo”. Alda considera «Gli angeli, pulviscolo amoroso e traccia del respiro divino, polmone del desiderio, fiore che cresce nella carne, fiore che si identifica con l’io e si pone al centro dell’amore…». Si tratta, quindi, di misteriosi compagni del nostro viaggio terreno, «petali di Dio» “Divisi tra il celo e la terra, tra il silenzio di Dio e il domandare incessante dell’uomo, tra il suo smarrimento e il suo bisogno di fede; incarnano l’amore, la bellezza, la bontà ma soprattutto la tensione verso la verità che appartiene ad ogni tempo”. Sono figure che ci aiutano ad intuire un limite-passaggio tra l’umano ed il divino, tra le debolezze della carne e l’infinito amore divino. Nelle tenebre e nella cecità del peccato, gli angeli sono anche figure miti, dolci e serene che placano gli affanni del cuore ed i rimorsi della carne. Le loro labbra “generano luce”, sprigionando un silenzioso canto di salvezza”.
“Alda esprime con gioia e fermezza il culmine di un cammino di fede molto tortuoso e difficile. L’angelo diventa per lei un compagno indispensabile ed un amante casto, che trasforma il desiderio in un osanna all’Altissimo. Gli angeli diventano una sorta di filtro celeste contro il male, che aiuta l’uomo a liberarsi dal corpo e ad “alzare la sua mano grondante del sangue di Cristo” alla ricerca di un aiuto divino”.
“I versi - conclude Mario Donato Cosco - sembrano racchiudere la speranza della poetessa di attingere una redenzione dalla carnalità e dalle passioni, ed, al tempo stesso, sembrano tradire un suo implicito bisogno di risposte per la sua fede tormentata dall’angoscia. Tra le righe si respirano cenni autobiografici di una peccatrice che, come “vaso di argilla pieno di incontenibile grazia”, ha troppe volte scambiato un uomo per Dio, distruggendo tutti i suoi passi verso il Bene. Come donna abbandonata, si sente soccorsa dagli angeli e li trasforma in un modello da seguire e da ricercare. Invita a diventare semplici ed umili, per tornare a respirare il calore celeste, così come Maria, che, visitata dall’angelo, resta folgorata dalla Buona Notizia.
“La carne degli angeli” è come un grano di rosario, personale e squisitamente laico, con cui Alda anela, quindi, a Dio per ricalibrare la sua vita davanti alla manifestazione del male terreno.