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saggistica
LIBRO SULL'AIDA DI ZEFFIRELLI
“Ho letto con vivo interesse e quasi d’un fiato, il lavoro di comparazione tra la mia “Aidina” di Busseto e la mia “Aidona” di Verona, che trasuda una profondità di analisi, frutto di minuziosa e al tempo stesso spaziosa ricerca”. E’ quanto afferma il Maestro Franco Zeffirelli in relazione al volume “Zeffirelli: una Aida tra Microcosmo e Macrocosmo” di Adele Fulciniti e Brunella Perri, pubblicato nei giorni scorsi dalle Edizioni Ursini di Catanzaro.
“Il libro, frutto di un’attenta analisi delle due opere, - scrivono Fulciniti e Perri - conduce per i sentieri della serendipità, attraverso un itinerario interdisciplinare che ha come via principale il leit motiv della rivelazione del metateatro e del metacinema, nei due allestimenti che rimandano a quel filo di Arianna tra il microcosmo di Busseto e il macrocosmo di Verona”.
“L’idea di una comparazione tra la piccola Aida di Busseto e la mastodontica Aida di Verona, firmate da Franco Zeffirelli, rispettivamente il 27 gennaio 2001 al Teatro Verdi e il 22 giugno 2002 all’Arena, - aggiungono Fulciniti e Perri - nasce prima di tutto dalla grande ammirazione verso un monumento dell’arte del ‘900 che spazia dal cinema al teatro, al melodramma, con una maestria senza pari, nella triplice veste di regista, scenografo e pittore, assolvendo il suo compito con un’abilità e un magnetismo ineguagliabili nel panorama artistico mondiale”.
Il 12 gennaio 2003, l’opera approdava al Teatro Politeama di Catanzaro, per tre repliche, grazie alla ferma volontà del Sovrintendente Mario Foglietti, del direttore generale Aldo Costa e, soprattutto, del direttore artistico Giuseppe Pambieri, e grazie altresì al solerte interessamento di Luisa Nocentini, già addetto stampa del Maestro, che aveva accolto la richiesta dell’allora assessore comunale alla cultura, di assistere alla rappresentazione a Modena della Piccola Aida di Busseto, nell’anno 2002, prima ancora che i lavori di costruzione del Teatro Politeama fossero terminati, nell’intento preciso di ospitare l’opera nel capoluogo calabrese.
L’evento del Politeama registrò una fila di un chilometro per raggiungere il botteghino, tramutatasi in ressa, degenerata, dopo molte ore di attesa, in rissa. La gente era assembrata davanti al Politeama dalle quattro del mattino e proveniva dalle città più disparate del meridione: Salerno, Catania e, perfino, Napoli.
Mario Foglietti fu pienamente soddisfatto del memorabile evento di un’Aida che definì “carica d’amore, di passione e sensualità. Un’Aida intimista che fa a meno di cavalli ed elefanti, con una marcia trionfale risolta visivamente in un modo come solo il genio di Zeffirelli poteva fare”.
Da quel fortunato 27 gennaio 2001 lo spettacolo continua ad essere accolto sui palcoscenici di tutta Europa; non ultimo quello del Teatro dell’Operetta di Mosca. L’esito favorevole dell’Aida piccina, come ama definirla lo stesso Zeffirelli, invogliò l’allora sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, Lorenzo Giacchieri, a ricreare una grande Aida che restituisse lo splendore di una messa in scena adeguata alle proporzioni di un palcoscenico circolare con sessantaquattro metri di diametro, affidandola al Maestro. E ancora una volta il genio lampante di Zeffirelli si rivelò vincente: ripartire dal microcosmo di Busseto per raggiungere il macrocosmo areniano, con un percorso inverso.
Dopo un lungo periodo trascorso in Francia con Jean Marais, a Londra con Laurence Olivier e in Giappone, con una borsa di studio di due anni del Governo giapponese, Adele Fulciniti porta in Italia il lavoro “Yuzuru” (La gru della sera) da lei stessa tradotto per la tesi di laurea e pubblicato dall’Istituto Orientale di Napoli. Forte dell’esperienza televisiva all’estero, collabora a lungo per la Rai, sia alla Radio per i radiodrammi, sia in televisione per le produzioni Rai Regione.
Brunella Perri si è invece diplomata al Conservatorio di Vibo Valentia in pianoforte, sotto la guida di Graziella Provedel. Ha quindi conseguito alcuni corsi di perfezionamento per musica da camera e pianistico, mentre per l’etichetta “Diem Studio” ha registrato musiche di Vivaldi, Schubert e Kreisler. Attualmente insegna pianoforte.
Il libro edito da Ursini, primo classificato nella sezione saggistica alla seconda edizione del Premio “Vivarium”, analizza con grande maestrìa le due rappresentazioni di Zeffirelli presentando altresì una chiave di lettura del tutto nuova dell’opera di Verdi.